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Un fim italiano "otto montagne" e le nostre riflessioni sul cinéma italiano

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Message  PatrickB Mar 17 Jan - 12:26

Ieri siamo andati al cinema a vedere un film italiano, Le otto montagne. È il quarto film italiano che vediamo in questo cinema, che è più orientato verso il cinema "d'arte e di prova" che non verso il cinema di grande spettacolo "pompa di denaro", il che non toglie nulla alla soddisfazione che dà al pubblico e all'intrattenimento che offre.
Era un lunedì, non c'era molta gente in questo piccolo cinema, ma abbiamo avuto l'occasione di incontrare un paio di amici che hanno aggiunto un legame sociale alla nostra uscita "culturale".
Cultura è la parola giusta. È infatti per coltivare noi stessi che frequentiamo questo luogo.
I film sono in italiano V.O. (versione originale) con sottotitoli perché entrambi stiamo imparando l'italiano (mia moglie per amore del poliglottismo, e personalmente per arricchire il mio vocabolario che trovo in calo - per far funzionare la mia memoria - perché è una lingua che trovo musicale e ricca di un'immensa cultura e soprattutto perché essendo un po' sordo è una lingua che si parla ad alta voce e in cui la pronuncia delle parole è ben dettagliata).
Questo quarto film "Otto Montagne", dopo "Tre Piani", "Immensita" e "Nostalgia", tradotto per noi, che prima non eravamo molto cinefili, rappresenta un rinnovamento della filmografia, un po' come i film di Truffaut o Lelouch ai loro tempi, in contrapposizione alla grande spettacolarità, più intimo, lento, che permette un dialogo dopo la seduta: "e tu, cosa hai capito, a quali pensieri sei arrivata (con mia moglie)".
Questi quattro film ruotavano intorno a "famiglia", "amore", "ruolo degli uomini", "ruolo delle donne", "amicizia", "organizzazione sociale", "senso della vita", "posto della natura".
Sono temi che ci sembrano essenziali nelle nostre società attuali, che sono in crisi, e tutto questo per dimostrarci che la cosa più importante nella vita sono i legami che creiamo, l'armonia che sviluppiamo con chi ci circonda e con il mondo, che è "spietato" nel senso che non ha sentimenti: è senza tempo, ha un suo modo di funzionare. Sta a noi adattarci, perché ci rende felici o infelici, ma in ogni caso "siamo solo polvere e torneremo alla polvere".
Naturalmente ogni tema è trattato in modo personale e indipendente in ogni film e sarebbe troppo lungo descriverli tutti:
Per quanto mi ricordo: "Tre piani" potrebbe essere inteso, con diversi gradi di comprensione, come i piani di un edificio o come le bambole russe; "Immensita" come la devastazione di una coppia disfunzionale di fronte al maschilismo e alle sue conseguenze sui figli; "Nostalgia" sull'amicizia, la ricerca dopo una vita di tornare alla semplicità dello sguardo di un bambino e all'organizzazione di una società ideale in cui tutti possano fiorire; le "otto montagne" sul rapporto tra uomo e natura, sull'amicizia, sul rapporto figlio-padre, sulla ricerca di un lavoro significativo.
Ma tutti i suoi film riflettono il "malessere" di questa società italiana basata sul ruolo dell'uomo patriarcale e di questa organizzazione piramidale che va verso la distruzione degli esseri. In tutti questi film, solo le donne che lavorano più in rete, che si adattano, sembrano indicarci la strada. Quella dell'"unione differenziante" e della "vita in armonia con il mondo in un'ottica di atemporalità".
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Grazie di correggermi, ciao Patrick
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Message  MurielB Jeu 19 Jan - 21:17

Pietro è un ragazzo di città, Bruno è l'ultimo bambino che vive in un villaggio dimenticato della Valle d'Aosta. Diventano amici in questo angolo nascosto delle Alpi che è il loro regno. La vita li separa senza poterli separare completamente. Mentre Bruno rimane fedele alla sua montagna, Pietro viaggia per il mondo. In questo viaggio, sperimenteranno l'amore e la perdita, le loro origini e i loro destini, ma soprattutto un'amicizia tra la vita e la morte.
Grazie Patrick per averci spiegato come ti sei sentito dopo aver visto tutti questi film. Parlerò solo di « Otto montagne » di Felix van Groeningen et Charlotte Vandermeersch, Per me questo film è una meravigliosa illustrazione del potere quasi mistico di un legame forte e incondizionato. Pietro e Bruno sono tutto l'uno per l'altro e sono anche in comunione, a modo loro, con il trascendente. Bruno lo cerca attraverso l'amore per la natura e le montagne (Dio e la natura sono una cosa sola, come diceva Spinoza), ma dimentica le sui leggi implacabili che lo portano alla morte. Pietro fugge da una vita che gli sembra senza senso e intraprende un viaggio interiore in Nepal. Perché il suo amico è morto?
Forse esiste solo la morte per entrare in comunione totale con il Divino!

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