GENNI, una storia vera
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GENNI, una storia vera
Genni è d’avanti al portone che aspetta, è sempre in anticipo.Un gatto gli tiene compagnia sfiorandogli le gambe in segno di affetto come fanno i gatti con le persone a loro amiche. Genni contraccambia il gesto accarezzandogli la testa; lo può vedere, toccare ma non può sentire il suo manto sulle sue gambe . Genni è su una sedia a rotelle che attende di essere trasportato in una struttura ospedaliera per una visita.L’automedica della Croce Bianca di Torrazza e Casanova arriva puntuale. Scende un uomo con la divisa arancione. E’ un milite, un volontario; saluta Genni con un sorriso e gli apre la portiera. E’ uno dei militi delle Pubbliche Assistenze sparse nel territorio che dedicano parte del loro tempo alle persone che necessitano di un aiuto, che si trovano in difficoltà. Le volontarie ed i volontari della Croce Bianca sono poche persone che spesso non riescono a coprire le richieste dei servizi ed ancor meno i turni di 118, ma cercano di fare del loro meglio.Qualche leggera manovra con la carrozzella, quanto basta a Genni per afferrare con le mani il maniglione sopra la portiera da poter sollevare il suo corpo sul sedile. Non vuole aiuto, fa tutto da solo, la forza delle sue gambe si è trasferita nelle sue braccia da diversi anni. Genni era un autista, e con il suo TIR girava tutta l’Europa; gli piaceva molto quel lavoro, libero, nessuna frontiera, era felice. Dopo un grave incidente le sue gambe non risposero più ai suoi
comandi, si fermarono insieme al suo TIR.Durante il percorso Genni parla spesso dei i suoi viaggi e il milite lo ascolta con piacere. La destinazione odierna è una visita presso l’ospedale di Sestri Ponente e lui è particolarmente felice.Non pensa alla visita, a quello che dovrà sopportare, a cosa gli diranno i dottori; lui oggi pensa che potrà attraversare per la prima volta il nuovo ponte San Giorgio, quello che ha sostituito il ponte Morandi dopo il suo tragico crollo.Il corridoio dell’ospedale non è molto lungo, il milite spinge la carrozzella sino alla porta dell’ambulatorio e rimane in attesa. Visita fatta, ora non ci rimane che esaudire il desiderio di Genni. Il casello autostradale è vicino. Il suon
o di un bip all’interno della vettura fa alzare la sbarra. Qualche chilometro di asfalto e, subito dopo la galleria ecco che compare il ponte in tutta la sua semplice e lineare bellezza. Il milite rallenta, vuole concedergli il piacere di osservarlo attentamente. Genni apre il finestrino, di quel ponte vuole assaporane anche l’aria continuando a ripetere “ Come è bello” Quei mille metri che attraversano la Val Polcevera hanno dato a Genni una gioia grande e nonostante le sue gambe siano bloccate, nonostante la vita gli abbia giocato un brutto scherzo, riesce a vedere ed a meravigliarsi delle piccole cose che la vita gli offre e quelle piccole cose riescono ancora a renderlo felice.Domani non ci sarà Genni ad essere trasportato, ci sarà un altro milite e un altro paziente con una storia diversa, ma anche se diversa sarà la persona trasportata il filo comune è unico, l’aiuto verso chi ha bisogno.
comandi, si fermarono insieme al suo TIR.Durante il percorso Genni parla spesso dei i suoi viaggi e il milite lo ascolta con piacere. La destinazione odierna è una visita presso l’ospedale di Sestri Ponente e lui è particolarmente felice.Non pensa alla visita, a quello che dovrà sopportare, a cosa gli diranno i dottori; lui oggi pensa che potrà attraversare per la prima volta il nuovo ponte San Giorgio, quello che ha sostituito il ponte Morandi dopo il suo tragico crollo.Il corridoio dell’ospedale non è molto lungo, il milite spinge la carrozzella sino alla porta dell’ambulatorio e rimane in attesa. Visita fatta, ora non ci rimane che esaudire il desiderio di Genni. Il casello autostradale è vicino. Il suon
o di un bip all’interno della vettura fa alzare la sbarra. Qualche chilometro di asfalto e, subito dopo la galleria ecco che compare il ponte in tutta la sua semplice e lineare bellezza. Il milite rallenta, vuole concedergli il piacere di osservarlo attentamente. Genni apre il finestrino, di quel ponte vuole assaporane anche l’aria continuando a ripetere “ Come è bello” Quei mille metri che attraversano la Val Polcevera hanno dato a Genni una gioia grande e nonostante le sue gambe siano bloccate, nonostante la vita gli abbia giocato un brutto scherzo, riesce a vedere ed a meravigliarsi delle piccole cose che la vita gli offre e quelle piccole cose riescono ancora a renderlo felice.Domani non ci sarà Genni ad essere trasportato, ci sarà un altro milite e un altro paziente con una storia diversa, ma anche se diversa sarà la persona trasportata il filo comune è unico, l’aiuto verso chi ha bisogno.
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Re: GENNI, una storia vera
È una storia commovente perché questa persona disabile, che non è stata risparmiata dalla vita, sa ammirare il paesaggio che ha davanti.
grazie per averci raccontataGenni apre il finestrino, di quel ponte vuole assaporane anche l’aria continuando a ripetere “ Come è bello”
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