Le dee dentro la donna di Jean S. Bolen
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Le dee dentro la donna di Jean S. Bolen
Mi ha colpito molto leggere questo libro, perché presenta una nuova prospettiva psicologica e psicoterapeutica e offre a ogni donna la possibilità di comprendere meglio sé stessa e decidere di cambiare i comportamenti che le procurano problemi e malessere. Il libro ha un carattere divulgativo ma non è destinato alle donne che soffrono di gravi patologie e che hanno bisogno di percorsi psicologici o psicoterapeutici. Il suo pubblico sono le donne che vogliono davvero conoscere sé stesse per essere veramente libere e poter vivere appieno la propria vita nel rispetto della propria vera identità.
La Bolen, analista junghiana, sostiene che le dee della mitologia greca e romana sono ancora valide e si prestano a una lettura psicanalitica. Ogni divinità rappresenta dei modelli archetipici che agiscono potentemente dentro la donna e, se riconosciute e vissute in armonia, danno consapevolezza e consentono alla donna di essere sé stessa, di essere autentica perché in grado di fare delle scelte e adottare degli stili di vita coerenti con la propria natura e la propria indole.
L’autrice spiega la nascita dei miti riferendosi alla Teogonia di Esiodo, nella quale il grande poeta greco sistema le varie tradizioni in merito e ci offre l’albero genealogico della divinità greche, a partire dal Caos da cui nasce Gea (la Terra), Tartaro (il mondo sotterraneo) e Eros (l’Amore). Gea generò un figlio, Urano, noto come Cielo. Gea si accoppiò con Urano dando alla luce altri figli tra cui i Titani, progenitori e antenati degli dèi dell’Olimpo.
Si sofferma poi sulle caratteristiche delle dee dell’Olimpo, Afrodite, che definisce dea alchemica, Artemide, Atena e Estia, dee vergini, Era, Demetra e Persefone, dee vulnerabili.
Leggendo il libro ogni donna capirà se in lei predomini l’archetipo Afrodite (Venere per i Romani), unica dea alchemica dell’amore, della bellezza e se è donna e creativa e amante. L’archetipo Afrodite, infatti, determina il piacere per la bellezza, la sensualità e la sessualità.
O Artemide, Diana per i Romani, dea della caccia e della luna, dea vergine, archetipo dell’indipendenza.
O di Atena, Minerva per i Romani, dea della saggezza, nata dalla testa di Zeus, “figlia del padre”, archetipo della razionalità, cioè saprà, se cosciente di esserlo, di essere governata dalla testa più che dal cuore.
O di Estia, Vesta per i Romani, dea vergine del focolare e del tempio, archetipo del Sé, e saprà di impersonare la vecchia saggia e la zia nubile.
O se predomina in lei una dea vulnerabile come Demetra (Cerere per i Romani), dea delle messi e dell’agricoltura con il ruolo di madre.
O Persefone chiamata anche Kore, Proserpina per i Romani, archetipo della figlia, della fanciulla.
O Era, Giunone per i Romani, dea del matrimonio, archetipo della moglie e in lei predominerà l’istinto materno..
L’archetipo però non sempre è consapevolmente riconosciuto e vissuto dalla donna, perché può essere limitato o rimosso dalle situazioni familiari, ambientali e culturali, che hanno operato in lei forti condizionamenti. Inoltre più dee possono essere presenti dentro di lei e allora la donna vivrà in conflitto, sarà confusa e inquieta. Tuttavia, riflettendo sui propri sentimenti, sulle proprie emozioni e prestando attenzione a ciò che spontaneamente succede in lei e le procura piacere, cioè la fa sentire e star bene, riconoscerà la dea che è latente e imparerà ad attivarla, facendo convivere senza conflitti altre eventuali dee presenti, per fare emergere la sua vera natura, essere autentica e vivere in armonia con sé stessa. E certamente non è poco.
La Bolen, analista junghiana, sostiene che le dee della mitologia greca e romana sono ancora valide e si prestano a una lettura psicanalitica. Ogni divinità rappresenta dei modelli archetipici che agiscono potentemente dentro la donna e, se riconosciute e vissute in armonia, danno consapevolezza e consentono alla donna di essere sé stessa, di essere autentica perché in grado di fare delle scelte e adottare degli stili di vita coerenti con la propria natura e la propria indole.
L’autrice spiega la nascita dei miti riferendosi alla Teogonia di Esiodo, nella quale il grande poeta greco sistema le varie tradizioni in merito e ci offre l’albero genealogico della divinità greche, a partire dal Caos da cui nasce Gea (la Terra), Tartaro (il mondo sotterraneo) e Eros (l’Amore). Gea generò un figlio, Urano, noto come Cielo. Gea si accoppiò con Urano dando alla luce altri figli tra cui i Titani, progenitori e antenati degli dèi dell’Olimpo.
Si sofferma poi sulle caratteristiche delle dee dell’Olimpo, Afrodite, che definisce dea alchemica, Artemide, Atena e Estia, dee vergini, Era, Demetra e Persefone, dee vulnerabili.
Leggendo il libro ogni donna capirà se in lei predomini l’archetipo Afrodite (Venere per i Romani), unica dea alchemica dell’amore, della bellezza e se è donna e creativa e amante. L’archetipo Afrodite, infatti, determina il piacere per la bellezza, la sensualità e la sessualità.
O Artemide, Diana per i Romani, dea della caccia e della luna, dea vergine, archetipo dell’indipendenza.
O di Atena, Minerva per i Romani, dea della saggezza, nata dalla testa di Zeus, “figlia del padre”, archetipo della razionalità, cioè saprà, se cosciente di esserlo, di essere governata dalla testa più che dal cuore.
O di Estia, Vesta per i Romani, dea vergine del focolare e del tempio, archetipo del Sé, e saprà di impersonare la vecchia saggia e la zia nubile.
O se predomina in lei una dea vulnerabile come Demetra (Cerere per i Romani), dea delle messi e dell’agricoltura con il ruolo di madre.
O Persefone chiamata anche Kore, Proserpina per i Romani, archetipo della figlia, della fanciulla.
O Era, Giunone per i Romani, dea del matrimonio, archetipo della moglie e in lei predominerà l’istinto materno..
L’archetipo però non sempre è consapevolmente riconosciuto e vissuto dalla donna, perché può essere limitato o rimosso dalle situazioni familiari, ambientali e culturali, che hanno operato in lei forti condizionamenti. Inoltre più dee possono essere presenti dentro di lei e allora la donna vivrà in conflitto, sarà confusa e inquieta. Tuttavia, riflettendo sui propri sentimenti, sulle proprie emozioni e prestando attenzione a ciò che spontaneamente succede in lei e le procura piacere, cioè la fa sentire e star bene, riconoscerà la dea che è latente e imparerà ad attivarla, facendo convivere senza conflitti altre eventuali dee presenti, per fare emergere la sua vera natura, essere autentica e vivere in armonia con sé stessa. E certamente non è poco.
idaM- Messages : 110
Lieu : Como
Langues : Italian (langue maternelle), es, fr, gb, esperanto
Re: Le dee dentro la donna di Jean S. Bolen
Per sfortuna sono un’ uomo ! Ma forse é la stessa cosa per i maschi ? Ma forse non ho bisogno ? Ho mia moglie per guidarmi !
PatrickB- Messages : 694
Lieu : café de Calais (et d'ailleurs - déplacements)
Langues : Français (Langue maternelle) , Gb
Re: Le dee dentro la donna di Jean S. Bolen
Non so, Patrick, se sia la stessa cosa per un uomo, ma c'è anche il libro per gli uomini Gli dei dentro gli uomini, della stessa autrice, nella collana Cambiare se stessi, per l'editore Astrolabio. Credo che la psicologia maschile sia diversa da quella femminile, ma occorre leggere il libro per saperlo.
Se hai bisogno o no, puoi saperlo solo tu, o, magari, tua moglie. Perché non glielo chiedi?
Se hai bisogno o no, puoi saperlo solo tu, o, magari, tua moglie. Perché non glielo chiedi?
idaM- Messages : 110
Lieu : Como
Langues : Italian (langue maternelle), es, fr, gb, esperanto
Re: Le dee dentro la donna di Jean S. Bolen
Ida a écrit: puoi saperlo solo tu, o, magari, tua moglie. Very Happy Very Happy Very Happy Perché non glielo chiedi? Very Happy Very Happy Very Happy
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Language is The Link,
La Lengua es el Nexo de unión,
Sprache ist die Verbindung,
Il Linguaggio è Il Legame,
La Lingvo estas La Ligilo etc.
MurielB- Admin
- Messages : 18799
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